L’abbraccio di Roma a Gigi Proietti.
“Aumentano gli anni e diminuiscono le probabilità di diventare immortali”
Ennio Flaiano
E invece no, per lui è stato diverso, l’immortalità Gigi Proietti l’ha raggiunta con semplicità e naturalezza,crescendo giorno dopo giorno, spettacolo dopo spettacolo. Era destino, forse. Il suo destino. Quello di diventare uno dei più amati artisti d’Italia. Passano veloci davanti ai nostri occhi le mille immagini che ci ha regalato nella sua lunga carriera, le battute, le canzoni, le poesie, le espressioni, le movenze… e sorridiamo, piangiamo e sorridiamo, piangiamo e sorridiamo.
La tua Roma ti saluta, oggi, in una piazza che non poteva essere piena come avresti meritato.
Ma Roma c’è, ci siamo tutti: negli uffici, nelle case, nelle scuole, fra mille strade. Le strade che sono state quelle della sua infanzia, tra il centro città e il quartiere Alberone passando per il Tufello; le strade che lo condussero per tanti mesi all’Università, che non concluse mai, all’interno della quale mosse i primi passi da artista; le strade che percorreva per andare a Teatro, il suo Teatro, il suo regno, il suo paradiso, il suo inferno, la sua vita, il tutto.
Anzi, quasi tutto.
Perchè oltre ad essere stato un grande artista, Gigi Proietti è riuscito ad essere anche un padre incredibile per le sue figlie e per tutte le ragazze ed i ragazzi a cui ha fatto da maestro. Continueranno loro ad emozionarci grazie a tutto quello che gli ha insegnato; continueremo noi romani ad inventarci ogni giorno una nuova “mandrakata”.
A te i nostri occhi. A te la nostra tristezza.
Ciao Gigi, core de Roma. E grazie.